Una vallata di natura intatta, incantevoli borghi e tradizioni antiche, ai piedi dell'impressionante parete est del monte Rosa, a soli 80 km da Malpensa.
Straordinaria e autentica, la Valle Anzasca è la natura prorompente e selvaggia che conduce all'impressionante parete Est del Massiccio del Monte Rosa, l'unica di dimensioni Himalayane in tutto l'arco alpino, imperdibile la visita al Ghiacciaio del Belvedere.
Ai piedi delle più alte cime sorge Macugnaga, indiscusso gioiello delle Alpi: il caratteristico insediamento Walser, splendidamente conservato nei secoli, é anche una stazione sciistica internazionalmente apprezzata che vanta un'offerta turistica completa e collaudata.
Scorci pittoreschi sul Monte Rosa e angoli incantevoli, ancora tutti da scoprire, si trovano nell’intera la Valle. Le località intermedie: Pieve Vergonte, Piedimulera, Calasca Castiglione, Bannio Anzino, Vanzone San Carlo e Ceppo Morelli sono collegate dall'antica "Strà Granda", un affascinante percorso/pellegrinaggio di origine medievale, lungo 32 km adatto a tutti, dove si alternano boschi rigogliosi, ruscelli, cascate, alpeggi e antichi borghi in pietra con il loro sorprendente corredo di storia, arte e cultura.
La Valle non ha mai ceduto allo stravolgimento imposto dal turismo di massa, mantenendo forte e saldo il suo carattere originale e integri i suoi spazi, questo valore la rende oggi una favola incontaminata e preziosa dalle molte opportunità.
Quì il tempo scorre ancora lento, silenzioso e cordiale, l'ospitalità è familiare e, grazie anche a un territorio completamente privo di contaminanti, l'offerta enogastronomica è di alto livello con ottime produzioni di nicchia per i consumatori più attenti.
Conosciuta già dal 1100 per la ricchezza di giacimenti auriferi nel sottosuolo, è sede delle miniere più attive in Italia fino al secolo scorso (oggi aperte al pubblico). La Valle dell'oro si veste di colori e di profumi intensi in tutte le stagioni per regalare emozioni sempre nuove.
Che siate alla ricerca della quiete e della contemplazione nelle escursioni, dei panorami mozzafiato o della carica adrenalinica che scaturisce dagli sport di montagna, questo è il luogo giusto.
Splendida località alpina, al vertice della valle Anzasca, ai piedi dell'imponente parete Est del Monte Rosa immersa nel verde di una natura incontaminata.
Fu fondata nel XIII sec. dai Walser, popolo di origine antichissima Germanica che nel Medioevo, dopo aver colonizzato la valle del Goms (Canton Vallese-Walliser da quale mutuano il nome Walser) attraverso i passi alpini colonizzano 150 insediamenti ad alta quota, diventando il "Popolo delle Alpi". Un’ eccezionale tenacia, unita ad una semplice ma efficientissima organizzazione comunitaria e ad un’architettura straordinaria rendono le colonie Walser e soprattutto Macugnaga ( Makanà), un gioiello alpino conosciuto in tutto il mondo.
Le nostre frazioni, le nostre case, vie, monumenti religiosi o civili e angoli fioriti sono una gioia per gli occhi.
Ma non solo in paese: le colonie Walser sono visitabili grazie ad il TOUR del Monte Rosa o al Grande Sentiero Walser.
Storia, cultura e tradizioni walser caratterizzano ancora oggi Macugnaga: l'architettura tipica delle sue abitazioni, i tradizionali abiti indossati per le occasioni speciali come la Fiera di San Bernardo, che si svolge il primo week-end di luglio, e la patronale di Ferragosto, nonché la lingua Titsch e il tipico piccolo nucleo del "Dorf" con i suoi edifici in sasso e in legno, perfettamente allineati.
Le peculiarità della secolare vita dei Walser è racchiusa nel Museo Antica Casa Walser di Borca, frazione di Macugnaga, risalente al 1610 e aperta al pubblico dal 1983, grazie alla grande generosità dei residenti. L'edificio si sviluppa su tre piani e ospita oltre 600 oggetti della vita quotidiana del popolo Walser, raccolte fotografiche e documenti antichi.
Il Museo della Montagna e del Contrabbando è ubicato nel cuore della frazione capoluogo di Staffa, narra i coraggiosi e non sempre fortunati tentativi di ascesa alle vie alpinistiche della parete Est del Rosa e la storia dell’alpinismo eroico attraverso le imprese di alcune Guide Alpine che rimangono ancor oggi dei “mostri sacri” per gli appassionati di montagna, fra tutti Mattia Zurbriggen, Ferdinando Imseng, Luciano Bettineschi e Giuseppe Oberto.
Macugnaga è oggi un moderno centro turistico da visitare in tutte le stagioni.
In inverno offre 35 km di piste da sci ( dal paese fino a 3000 metri di quota), due anelli per lo sci nordico uno snowpark con vista unica sulle Alpi. Numerosi sono i tracciati per le ciaspole adatti a tutta la famiglia ma è anche considerata un paradiso per lo sci alpinismo, richiamando atleti di livello mondiale che qui affrontano preparazioni atletiche preparatorie alla competizioni più blasonate.
Durante l'estate sono molteplici le occasioni per passeggiare tra le frazioni, i pascoli e i boschi, tra sentieri mappati e attrezzati, che permettono di scoprire decine di alpeggi, una flora rigogliosa e rara e una ricca fauna alpina con stambecchi, camosci, cervi, caprioli e marmotte, aquile…Nell' Oasi Faunistica è inserito il Sentiero Naturalistico del Monte Rosa, ideale anello escursionistico, mentre per i camminatori vi è un'ampia scelta di rifugi e di itinerari e per gli esperti in alta quota nel massiccio del Monte Rosa il confronto con la montagna è entusiasmante.
Macugnaga, come tutti i paesi Walser, è un paese diffuso. Questo vuol dire che non troverete un "punto sulla mappa" da chiamare Macugnaga, ma l'unione di tante piccole frazioni : Stabioli – Pestarena – Fornarelli – Isella – Motta – Quarazza – Borca – Staffa – Dorf – Pecetto . Gli antichi walser chiamavano tutto il territorio Z - Makana’
Macugnaga, a 1327 metri, si estende ai piedi dell'imponente parete Est del Monte Rosa, di caratura himalayana con i suoi 2500 metri di dislivello.
La storia di Macugnaga (la "perla del Rosa"), ebbe inizio nel XIII secolo, quando i Walser, popolo di origine alemanna proveniente dal Vallese, occuparono questa splendida conca dell'alta Valle Anzasca, iniziando così la colonizzazione Walser nelle valli meridionali del Monte Rosa.
I Walser, autentico popolo di alta montagna, seppero sfruttare al meglio quanto offerto dagli alpeggi d'alta quota e con la loro straordinaria capacità di adattamento diedero origine a una tra le più caratteristiche comunità alpine, tramandando, di generazione in generazione, lingua, usanze e cultura.
Oggi la tradizione Walser è testimoniata dall’architettura delle abitazioni di Macugnaga, alcune delle quali risalgono al 1500. Molto preziosi e originali sono anche i costumi che le donne e gli uomini indossano in particolari occasioni e la lingua Titsch. Molto suggestivo l'antico nucleo del Dorf con la chiesa Vecchia risalente al 1300, il cimitero e il maestoso tiglio secolare.
Il costume tradizionale di Macugnaga è caratterizzato da quattro tipologie di abito: l’abito da lavoro - Wiarterock, l’abito intero - Ganzerock, l’abito della festa - Firterock e l’ abito di gala – Tracht.
Pestarena, piccola frazione di Macugnaga, è il "paese dell'oro": l'intera montagna sottostante è un incrocio di gallerie aurifere sfruttate da centinaia di minatori fino al 1961.
Erano le miniere d'oro più importanti d'Italia.
Per questo gli abitanti di Pestarena sono uniti dall'associazione dei "Figli della miniera" che mantiene vivo il ricordo del duro lavoro e delle tecniche di estrazione, visitabili in un piccolo museo sulla piazzetta del villaggio.
Ancora più importante, originale e interessante è la Miniera della Guia, presso la frazione di Borca, che permette ai visitatori di (ri)scoprire la vita dei minatori nelle viscere della montagna, con visite guidate.
Il Vecchio Tiglio secolare, che la leggenda racconta essere stato portato da una donna all’epoca della fondazione della comunità di Macugnaga
Si erge vicino alla Chiesa Vecchia, nelle vicinanze del Dorf, il piccolo nucleo di tipiche abitazioni a Blockbau (tronchi di larice incastrati), emblema dell’architettura Walser.
La Chiesa Vecchia di Macugnaga (ex chiesa parrocchiale) è uno dei simboli del paese ed è dedicata a Santa Maria. In un documento datato 1317 si legge che è stato firmato sotto il portico della chiesa. Nonostante le modifiche nel corso del ‘500, la chiesa mantiene una sua fisionomia caratteristica che si inserisce perfettamente nell’ambiente circostante.
Poco distante dalla chiesa, nei pressi del cimitero di Macugnaga, si erge in tutta la sua maestosità il Vecchio Tiglio trecentesco, all'ombra del quale si svolgevano riunioni giudiziarie e amministrative di interesse comunitario. L'imponente albero, che risulta avere più di 700 anni, ha una circonferenza di base di 7 m.
La panificazione per la gente Walser di Macugnaga era un momento importante della vita comunitaria, un misto tra la festa popolare e il rito. Il pane veniva cotto una volta all’anno nei forni Ofe* frazionali. A rotazione, un anno per uno, le famiglie vicine al forno concedevano la loro sala Stube, nella quale c’era l’antica stufa in pietra Fornetto, che per l’occasione veniva tenuta a temperatura piuttosto elevata così da permettere all’impasto, che le donne lavoravano nella grande marna, di lievitare a dovere. Esso veniva poi diviso in grosse forme Bowiaga*, e lasciato riposare in “religioso” silenzio, su un caratteristico letto con le ruote Rollbett*, coperto da un lenzuolo fresco di bucato e da una coperta di lana. Quando la lievitazione era ultimata le Bowiaga si spaccavano superficialmente, allora le donne cominciavano a preparare le pagnotte, disponendosi a lavorarle attorno ad un tavolo. I pani ultimati, venivano riposti su delle assi e portati all’uomo addetto alla cura del forno Ofemandji*, il quale procedeva alla cottura.
La Fiera di San Bernardo è sicuramente la festa più importante e caratteristica di Macugnaga, celebrata ogni estate durante il primo week-end di luglio.
Nata con l'intento di far rinascere l’antica Fiera dell’Assunta, che si svolgeva a Macugnaga già in epoca medioevale, la Fiera di San Bernardo richiama ogni anno un numero sempre maggiore di artigiani che espongono i loro prodotti dando dimostrazione delle diverse tecniche di lavorazione.
Il Museo Casa Walser, situato presso la frazione Borca, è una vera e propria abitazione d'epoca, ancor oggi completa di tutti gli arredi e degli oggetti che la caratterizzavano nel passato. Ogni singola stanza della casa è visitabile, in un percorso che consente di
Info aperture: www.museowalser.com - Il museo è sempre visitabile previa richiesta alla guida cell. 347 9842329 - La visita guidata dura 45 minuti.
Info
+39 347 9842329
Da non perdere il Museo della Montagna, nel centro di Staffa e il Museo del Contrabbando, il cui intento è quello di raccontare la storia secolare del contrabbando alpino, che accomuna tutte le montagne di confine e che ormai appartiene solo al passato. Un museo unico in Italia e in Europa che attraverso immagini in bianco e nero restituisce alla memoria uno dei fenomeni più caratteristici delle valli comprese tra l’Italia e la Svizzera.
Legato a un'epoca passata, a un lavoro antico e faticoso è il Museo della Miniera d’oro della Guja, situato presso la frazione Borca, la prima miniera delle Alpi aperta ai visitatori nonché la prima miniera-museo in Italia. Lungo un percorso completamente illuminato di 1,5 km è possibile rivivere la storia di un mestiere faticoso e conoscere le tecniche e i metodi di estrazione dell’oro. La visita si effettua solo previa prenotazione.
Info
+39 340 .3953869
Fin dall'antichità l'acqua della Fonte di Scheber era conosciuta come "Acqua buna" dagli abitanti del luogo, i primi a beneficiare delle proprietà terapeutiche ed apprezzarne la particolare leggerezza.
Infatti per la gente di montagna l'acqua era il bene più prezioso: le sorgenti venivano ricercate con meticolosa precisione e curate affinché non si perdessero nel tempo.
La Val Quarazza è una vallata laterale della Valle Anzasca; nota, in particolare, per il suggestivo Lago delle Fate, la valle termina presso il passo del Turlo, oltre il quale si scende in Valsesia.
Un tempo la piccola frazione di Quarazza si estendeva lungo una superficie molto più estesa dell’attuale; l’antica frazione, infatti, è stata sommersa dalle acque del lago a seguito della costruzione della diga che sbarra il corso del torrente Quarazza.
Il ghiacciaio del Belvedere (Wengwald), raggiungibile anche in seggiovia, offre uno spettacolo naturalistico unico a quota 2000, con le sue lingue glaciali e gli spettacolari seracchi che scandiscono la grandiosità della parete Est del Monte Rosa.
Il Belvedere è raggiungibile anche lungo un facile sentiero dalla frazione Pecetto di Macugnaga
è collocata al Passo del Monte Moro a quota mt 2.950 s.m., al confine con la Svizzera in modo che la si possa vedere brillare da lontano e da tutta la vallata svizzera del Saastal
La statua, scolpita da Giuseppe Banda, è in bronzo ed è alta mt 4,60. Poggia su un basamento alto 4 mt in cemento armato rivestito di pietre. La figura è esile e slanciata e sulle braccia si poggiano due drappi staccati dal corpo, di modo che il vento possa infiltrarsi accarezzandola dolcemente. Saldata sul posto, venne per metà riempita di cemento armato per garantirne la resistenza al vento. Sul capo una corona che ricorda la Sperada o Raggiera